Ho appena creato uno dei piatti più discutibili di tutta la mia carriera di cuoca, neanche da piccola quando bruciavo i sofficini con tante di quelle sfumature da dargli un nome ogni volta sono arrivata a cucinare qualcosa tanto riprovevole.
Che poi basta grattare via la bruciatura e il sapore non è male, si può ancora mangiare.
Ma quello che ho creato oggi va al di là dei surgelati bruciati o di tutte quelle pietanze che ho cucinato finora con poco sale o poca voglia e con dubbi risultati, oggi ho veramente superato me stessa.
Tutto è cominciato ieri sera, quando per cena ho cucinato il pesce con le patate in pentola, piatto riuscito meravigliosamente tra l'altro, gustoso al punto che non è avanzato nulla nonostante erano circa un chilo e mezzo di roba per sole due persone.
L'unico sbaglio che ho fatto è stata la zuppetta, ci ho messo troppa acqua durante la cottura e ne è rimasta un bel po' nella pentola, la puccia con il pane non è servita a finirla e mi è pianto il cuore a buttarla, dopotutto era così deliziosa, bella densa e saporita grazie alle patate, al pesce e alle spezie, con che cuore potevo disfarmene?
E allora oggi il mio genio creativo misto a pigrizia mi ha suggerito la ricetta nefasta: ho messo la zuppetta a scaldare e ci ho buttato dentro il cous cous che mi era avanzato dal pranzo di ieri, dando vita a una pappetta dall'aspetto immondo.
Ma il sapore non era male, l'ho mangiata con gusto.
Solo che ancora non so se essere orgogliosa del mio operato o vergognarmi abbestia per quello che sono riuscita a cucinare e a mangiare (soprattutto mangiare).
Se vinco al superenalotto ve ne accorgerete perché assumerò un cuoco vita natural durante.
In tutto questo, sto decisamente ignorando che mi è scaduta l'assicurazione della macchina, tutta questa urgenza di rinnovare la polizza non la vedo e non la voglio neanche vedere, dopotutto ho lasciato il mio scassone chiuso in un box e non ho necessità di guidare, perché dovrei sbattermi nel rinnovare la polizza?
Per smettere di essere contattata dalle tante assicurazioni che bramano i miei soldi, principalmente, ma finora me la sono cavata stando ben lontana dal cellulare e ignorando le centinaia di mail che mi arrivano, non mi posso ancora lamentare.
E poi sono sopravvissuta al mio ultimo pasto, la mia tempra è talmente forte che non mi spaventa più nulla ormai.
Tranne i miei prossimi pasti, ho timore di quello che potrei creare in futuro, non sono sicura di aver toccato il fondo, oggi.
Ma spero di aver toccato il fondo, oggi.
venerdì 22 novembre 2024
mercoledì 20 novembre 2024
Then comes the sun
Alla luce degli ultimi fatti, mi sento di dire che gli agenti immobiliari sono affetti tutti dalla stessa tara, non solo quelli dell'agenzia che ha seguito la vendita di casa di mamma Samara erano poco svegli, ma anche quelli delle altre agenzie che abbiamo contattato per trovare casa non brillano certo per arguzia.
E lo dico perché più ribadisco che cerchiamo un appartamento piccolo fuori dal centro storico e più mi vengono mostrati appartamenti enormi nel centro storico.
A me dispiace, ma dopo l'ennesima telefonata in cui rifiuto la proposta ribadendo quali siano le mie esigenze, ho smesso di rispondere.
Eccheccazzo.
E lo so che non si fa, ma sono stufa di stare appresso a determinati soggetti e di ripetere le cose all'infinito.
Tra l'altro, nel mio vecchio blog avevo una sezione ODIO dove riportavo chiaramente "le cose ripetute all'infinito".
Eh vabbè, cambiando discorso, da mesi incontro la mamma anziana di quella che mi abita di sotto, sempre indaffarata a portare su la spesa o a fare commissioni per la figlia, e dopo mesi in cui reagivo interdetta alla vista di una donna anziana che si faceva carico di tutto, finalmente me n'è stato svelato l'arcano motivo durante le solite chiacchiere quando ci si incontra sul pianerottolo.
Che tutto potevo immaginare tranne che la figlia lottasse contro il mostro nero da anni, un mostro ben più spaventoso del mio, che l'ha fatta ammalare non solo nell'anima, ma anche nel corpo, al punto da non muoversi quasi più di casa.
E adesso capisco anche il perché ho visto sempre e solo il marito affaccendarsi in cucina per i pranzi e le cene, non che spiassi le loro mosse eh, ma dal mio balcone si vede la finestra della loro cucina, tra l'altro senza tende, e l'occhio, volente o nolente, ci cade.
Tra l'altro, una sera di qualche mese fa, quando ci eravamo appena trasferiti, ero davanti al lavandino a preparare la cena e mi è capitato di volgere lo sguardo fuori sul balcone, beccando il marito mentre cucinava completamente nudo, incurante di eventuali sguardi molesti (i miei).
Da quella sera occhi bassi, che l'imbarazzo è stato grande (come la mia curiosità del resto, che sono umana).
Comunque, tornando alla moglie, anche lei ha avuto una brutta esperienza con lo psicologo dell'asl come me, ma diversamente da me non ha reagito e non si è rivolta altrove, trincerandosi dietro la convinzione che la psicoterapia non serve a niente, continuando a rimanere in balia di un mostro nero che continua a farsi sempre più grande con il passare degli anni.
E a me è dispiaciuto immensamente per lei, che non ha avuto la mia stessa forza nonostante abbia avuto l'appoggio della sua famiglia, diversamente da me, che non ho mai raccontato a mamma Samara del mio mostro nero per non farla star male, con un marito (per fortuna ex) che mi tacciava di essere malata immaginaria.
Io ero sola contro il mostro nero, a volte aiutata dagli amici, ma fondamentalmente sola, e ce l'ho fatta a sconfiggerlo.
Anche se non ne sono così sicura da quando è morto Ciccio, ma questa è tutta un'altra storia.
Fatto sta che all'epoca ho avuto la forza di reagire e di uscire dal buco profondo in cui ero caduta e così ho raccontato sommariamente alla madre della vicina la mia esperienza, con la speranza che le mie parole possano dare un barlume di luce alla figlia, o perlomeno un tarlo che la spinga un giorno ad intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia, che non è mai troppo tardi per imparare a volersi bene e a fare di tutto per risalire la china.
Il sole è tornato a splendere in questi giorni, non può piovere per sempre.
giovedì 14 novembre 2024
Forse, e dico FORSE, ho cambiato residenza.
Lunedì scorso, presa da quel friccicorio tipico di quando mi annoio e mi rompo il cazzo senza avere nulla da fare, ho guardato il foglio che mi hanno dato al comune tempo fa, abbandonato in un angolo e dimenticato, e mi son detta:
dopotutto, perché no?
Perché non fare il cambio di residenza on-line?
Comodo, pratico e soprattutto facile, con le istruzioni che mi aveva stampato la tipa allo sportello.
Fin troppo facile, la prima opzione era di collegarsi al sito dell'anagrafe e fare tutto da lì.
E GRAZIE AL CAZZO.
Ma visto che a me le cose facili non piacciono, ho deciso di passare alla seconda opzione, ovvero fare l'iscrizione tramite il sito di Grande Inverno.
Comodo, pratico e facile sì, peccato che alla fine di tutto l'iter non funzionava il bottone per inserire la via del mio domicilio.
E qui una buona bestemmia.
Chiuso tutto, ho ricominciato da capo sul sito dell'anagrafe, capendo perché era stato inserito come prima opzione.
Comunque, sul sito dell'anagrafe tutto a posto, a parte che secondo lo Stato risulto separata, prontamente segnalato come errore (eccheccazzo).
Martedì mattina mi sono alzata con comodo, tranquilla di non dover pensare a nulla per chissà quanto tempo, e SORPRESA, appena acceso il cellulare ho trovato parecchi tentativi di essere contattata dal comune di Grande Inverno, solerti nel sbrigare la mia pratica appena ricevuta.
STOCAZZO.
Mai visto dei dipendenti comunali così laboriosi, altro che Guifogna e Letamaios, dove ci sono voluti tre anni per avere la residenza.
TRE ANNI.
Tempo di una telefonata e qualche mail per i documenti et voilà, pratica conclusa. Ora non resta che aspettare la visita dei vigili, che arriverà ovviamente quando meno me lo aspetto e sarò spettinata e in pigiamone antisesso, come corriere insegna.
A Letamaios i vigili non sono mai venuti, per dire.
Purtroppo, per ogni cosa positiva poi ne giunge una negativa.
Anche se non so quanto sia negativa eh, per me è tragica ma potrei benissimo esagerare.
Ieri mattina, durante la seduta di psicoterapia, abbiamo fatto il punto della situazione e la psicologa ha ponderato la remota possibilità di concludere il nostro percorso, dati i progressi ottenuti.
Non sono più quella che ero quattro anni fa, non ho più le turbe che avevo all'epoca (o almeno non tutte), ho raggiunto grandi risultati e vivo una vita soddisfacente e felice.
Eppure al solo pensiero di terminare con la psicoterapia, mi sento franare la terra sotto i piedi.
Troppe perdite negli ultimi tempi, troppi cambiamenti, non jela posso fa'.
Alla triste notizia ho replicato che avrei trovato altre turbe da sistemare, che di quelle se ne trovano sempre, se scavi.
Lì per lì l'ho buttata a ridere, ma dentro di me urlavo disperata.
Anche la psicologa ne ha riso, cercando poi di rassicurarmi, e io rassicurata ho preso un nuovo appuntamento, che non è ancora giunta la fine.
Lemmy invece non si è scomposto alla notizia, gongolando ha replicato serafico: adesso hai me.
Vero, non potrei avere compagno migliore, ma non sono ancora pronta per chiudere una parte importante della mia vita.
Alla prossima seduta mi presenterò con una bella lista di traumi da superare, altroché.
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