giovedì 14 novembre 2024

 Forse, e dico FORSE, ho cambiato residenza.
Lunedì scorso, presa da quel friccicorio tipico di quando mi annoio e mi rompo il cazzo senza avere nulla da fare, ho guardato il foglio che mi hanno dato al comune tempo fa, abbandonato in un angolo e dimenticato, e mi son detta:
dopotutto, perché no?
Perché non fare il cambio di residenza on-line?
Comodo, pratico e soprattutto facile, con le istruzioni che mi aveva stampato la tipa allo sportello.
Fin troppo facile, la prima opzione era di collegarsi al sito dell'anagrafe e fare tutto da lì.
E GRAZIE AL CAZZO.
Ma visto che a me le cose facili non piacciono, ho deciso di passare alla seconda opzione, ovvero fare l'iscrizione tramite il sito di Grande Inverno.
Comodo, pratico e facile sì, peccato che alla fine di tutto l'iter non funzionava il bottone per inserire la via del mio domicilio.
E qui una buona bestemmia.
Chiuso tutto, ho ricominciato da capo sul sito dell'anagrafe, capendo perché era stato inserito come prima opzione.
Comunque, sul sito dell'anagrafe tutto a posto, a parte che secondo lo Stato risulto separata, prontamente segnalato come errore (eccheccazzo).
Martedì mattina mi sono alzata con comodo, tranquilla di non dover pensare a nulla per chissà quanto tempo, e SORPRESA, appena acceso il cellulare ho trovato parecchi tentativi di essere contattata dal comune di Grande Inverno, solerti nel sbrigare la mia pratica appena ricevuta.
STOCAZZO.
Mai visto dei dipendenti comunali così laboriosi, altro che Guifogna e Letamaios, dove ci sono voluti tre anni per avere la residenza.
TRE ANNI.
Tempo di una telefonata e qualche mail per i documenti et voilà, pratica conclusa. Ora non resta che aspettare la visita dei vigili, che arriverà ovviamente quando meno me lo aspetto e sarò spettinata e in pigiamone antisesso, come corriere insegna.
A Letamaios i vigili non sono mai venuti, per dire.
Purtroppo, per ogni cosa positiva poi ne giunge una negativa.
Anche se non so quanto sia negativa eh, per me è tragica ma potrei benissimo esagerare.
Ieri mattina, durante la seduta di psicoterapia, abbiamo fatto il punto della situazione e la psicologa ha ponderato la remota possibilità di concludere il nostro percorso, dati i progressi ottenuti.
Non sono più quella che ero quattro anni fa, non ho più le turbe che avevo all'epoca (o almeno non tutte), ho raggiunto grandi risultati e vivo una vita soddisfacente e felice.
Eppure al solo pensiero di terminare con la psicoterapia, mi sento franare la terra sotto i piedi.
Troppe perdite negli ultimi tempi, troppi cambiamenti, non jela posso fa'.
Alla triste notizia ho replicato che avrei trovato altre turbe da sistemare, che di quelle se ne trovano sempre, se scavi.
Lì per lì l'ho buttata a ridere, ma dentro di me urlavo disperata.
Anche la psicologa ne ha riso, cercando poi di rassicurarmi, e io rassicurata ho preso un nuovo appuntamento, che non è ancora giunta la fine.
Lemmy invece non si è scomposto alla notizia, gongolando ha replicato serafico: adesso hai me.
Vero, non potrei avere compagno migliore, ma non sono ancora pronta per chiudere una parte importante della mia vita.
Alla prossima seduta mi presenterò con una bella lista di traumi da superare, altroché.

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