mercoledì 10 aprile 2024

What lies beneath

 Ieri ho di nuovo sognato Generalenonna, era nella sua casa con ancora tutti i mobili, seduta nella poltrona come suo solito, ma non al suo solito posto, che guardava fissa davanti a sé e non parlava.
Sono andata da lei e ho pensato che fosse strano che ci fossero tutti i mobili dato che ci avevo pensato proprio io a sgomberare l'appartamento, poi l'ho fatta alzare dalla poltrona per portarla a letto e nel corridoio è scivolata, cadendo a terra. Non ho fatto in tempo ad aiutarla che si era rialzata da sola e lì mi sono resa conto che non era lei, ma un impostore, e ho cominciato a picchiarla finché non ho smascherato il tipo che aveva preso le sue sembianze per poter entrare in casa e rubare.
Ma rubare cosa, che non c'era niente di valore?
Non lo so, sono rimasta con il dubbio di quello che mancasse.
Dopo le botte ho fatto la paternale al tipo su quanto sia doloroso venire derubati e altre menate che non ricordo, ma gliene ho dette talmente tante che se n'è andato con le pive nel sacco, non senza suggerirmi di tenermi da conto il gioco di scarabeo che avevo da piccola e che, per qualche strano motivo, si trovava nel mobiletto del bagno.
Ovviamente mi sono svegliata con l'angoscia, e neanche mi è passata subito, ma è rimasta per tutto il giorno.
Non contenta, come mi sono riappisolata ho rifatto un sogno di qualche notte fa, ero con il mio amato Dave Brewer sulla neve, intabarrati nelle tute da sci, che scendevano lungo un buco nel terreno per giungere in una piccola camera dove lui voleva farmi vedere degli esperimenti da fare con acqua e bottiglie di vetro. Lo spazio angusto di quella camera scavata nella neve dove neanche si riusciva a stare in piedi tanto era piccola mi ha fatto uscire di testa, e ho cominciato ad agitarmi in preda all'angoscia. L'altra notte mi sono svegliata dopo la crisi isterica, stanotte invece sono riuscita ad uscire da quello spazietto sotto la neve e a riguadagnare lucidità mentale una volta all'aria aperta, dove non c'era più la neve, ma un prato con erba incolta. Uscito dopo di me, Dave Brewer mi guardava contrito mentre mi chiedeva scusa per avermi portato in quel posto, dispiaciuto di avermi fatto stare così male.
Tranquillo Dave, non potrei mai avercela con te, ti ho già perdonato mio caro.
Fatto sta che il turbamento per il sogno con Generalenonna e l'angoscia per quello con Dave non mi hanno fatto alzare allegra e pimpante dal letto ieri mattina, poi se ci mettiamo anche che a complicare il mio stato d'animo non propriamente giulivo ci si è messo un piccolo intoppo, che fortunatamente poi si è risolto da sé, sono arrivata a un punto dove non sapevo più se ridere o piangere.
L'intoppo è presto detto, praticamente stasera me ne vado a cena dall'amica Candy e dovendo raggiungerla dopo aver finito la lezione del corso, ieri mi sono premunita di chiamare il centralino del comune per avere informazioni riguardo ai parcheggi delle metropolitane ed organizzarmi così il viaggio, che avrei fatto sia con i mezzi pubblici che con la mia auto. Il punto era che non sapevo come funzionassero i parcheggi a pagamento ed ero sicura di doverne usufruire convinta che quello gratuito sarebbe stato pieno all'ora in cui ci sarei andata, quindi da brava persona intelligente quale sono, mi sono affidata agli esperti, visto che per qualsiasi dubbio risponde il comune.
Chiamo, e l'operatore non sa nulla. Anzi, mi smolla sbrigativamente con un numero da chiamare che secondo lui mi avrebbe aiutato.
Chiamo il numero, e la tipa che mi risponde mi dice che loro non sono ATAC e pertanto non può darmi informazioni su pertinenze ATAC.
Perfetto.
Allora le dico che il suo numero me l'ha dato un tipo del comune, e mossa a pietà me ne dà un altro che sicuramente sarebbe stato di maggior aiuto.
E sapete cosa mi ha detto la tipa che ha risposto all'ultimo numero?
Di guardare sul sito dell'ATAC, che sicuramente lì c'era scritto tutto.
Morale: fanculo ATAC e parcheggi a pagamento, la macchina la lascio in strada a costo di girare in eterno fino a trovare un buco libero.
Ma poi, diobestia, oltre al biglietto per la metro devo anche pagare il parcheggio?
Con l'abbonamento non si paga, perché con il biglietto sì invece?
Che sistema demmerda, diobestia.
Comunque alla fine tanto clamore per nulla, stamattina ci hanno avvertito che la lezione sarebbe stata on line quindi fanculo veramente ai parcheggi a pagamento e fanculo centralino del comune che non serve a una beneamata mazza.
La cosa positiva è che ho potuto usare il tempo che avrei impiegato nel viaggio per scrivere questo post, alla fine mi è andata più che bene, dai.

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