venerdì 24 novembre 2023

Got to get out

 La telenovela delle tre grazie ha un nuovo aggiornamento, due giorni fa mamma Samara e la sorella sono andate in agenzia immobiliare per mettere FINALMENTE in vendita casa di Generalenonna, ovviamente senza la sorella inutile che, parole sue: se non è necessaria la mia presenza non vengo che mio marito mi accompagna di malavoglia.
La stessa malavoglia di quando prenderà i soldi della vendita, immagino. Anche perché la zia inutile non vedrà un centesimo di quei soldi, prenderà tutto il marito, che te lo dico a fare.
Comunque, senza la terza grazia niente mandato di vendita, quindi se ne riparlerà in un futuro prossimo indefinito, staremo a vedere.
Nel frattempo non finisce qui, stamattina mentre ero dalla psicologa mi chiama zia perché aveva visto lo stracciarolo e voleva dargli la rete di Generalenonna, non ricevendo risposta è andata fino a casa e lì ha scoperto che la rete non c'era più, mamma Samara non l'aveva avvertita che ci avevo pensato io a smaltirla e così c'è rimasta come una scema non trovandola.
Ovviamente ho la mia parte di colpe, non ho pensato ad avvertirla io stessa dando per scontato che lo avrebbe fatto mamma Samara, dopotutto era affar loro, io avevo fatto pure troppo ad occuparmi dell'ennesima incombenza, ma ti pare che anche in questo caso mamma Samara avesse dato per scontato invece che lo facessi io nonostante le mie rimostranze riguardo alla sua gestione dei LORO affari che includono sempre me in automatico?
Ecco, ti pare benissimo, non glielo ha detto dando per scontato lo facessi io.
E ancora non finisce qui, non è scontato solo il mio aiuto nelle faccende di loro tre sorelle, ma lo è anche quello per tutto il resto, come se mamma Samara fosse arrivata ad un punto dove la madre sono io e lei è la figlia bisognosa di cure.
Mercoledì mattina pretendeva che in pochi minuti IO contattassi un suo collega per farsi dare il numero del referente del sindacato per una lettera che le hanno inviato, scrivessi la risposta e la stampassi per spedirla con la raccomandata, il tutto prima delle undici, ora in cui aveva appuntamento in agenzia.
Dopo averla fatta ragionare con le buone e le cattive sull'impossibilità nel realizzare i suoi intenti campati in aria, le ho anche fatto notare che non ci sarei stata per tutto il giorno visto che ne me andavo a pranzo dalle mie amiche e che quindi se la sarebbe dovuta cavare da sola nel pomeriggio.
Non l'avessi mai detto, ha fatto un macello perché l'abbandonavo al suo triste destino, impuntata sul fatto di non essere capace neanche a fare una telefonata o a salvare un numero in rubrica e che dovevo farlo io, stronza ed egoista a sottrarmi ai miei doveri per andare a divertirmi.
Chiedere aiuto anche a Peterpan era troppo difficile, che te lo dico a fare.
Comunque non mi sono fatta prendere dai sensi di colpa e ho fatto solo quello che potevo fare prima che uscisse di casa per il suo appuntamento, come contattare il suo collega, fare foto e salvare il numero del referente sul suo cellulare, poi a chiamarlo e a pensare a tutto il resto è rimasto affar suo.
Che poi non sia riuscita a chiamare il sindacalista presa dalla sua solita ansia e che lo abbia dovuto fare io ieri è tutta un'altra storia, ma lasciamo stare.
Parlando di cose belle, finalmente io e le mie amiche siamo riuscite a vederci tutte insieme e a stare una giornata intera tranquille senza rotture di coglioni o imprevisti o peggio ancora, con i minuti contati come succede di solito.
E come succede di solito ho finito col passare il pomeriggio a giocare con la figlia di Faby, potevo dire di no alle richieste della bimba?
Faby tutta contenta ha detto che sono la zia di tutti, e lì per lì mi ha fatto piacere, essere considerata benvoluta dai bimbi e degna della loro fiducia e affetto è una gran bella sensazione da provare, ma non voglio essere la zia di tutti per tutta la vita, io voglio anche essere madre.
Essere la zia di tutti mi gonfia il cuore d'amore ma allo stesso tempo è una coltellata che fa sanguinare quello stesso cuore, ogni cazzo di volta.
Volevo parlare di cose belle e alla fine sono passata a quelle tristi, maledizione.
E vabbè, ormai è andata così, oggi ho dovuto anche presenziare al funerale del padre di una vicina di casa per educazione, ieri me la sono cavata pisciando allegramente la visita al morto nonostante mamma Samara avrebbe voluto portarmi con sé, non potevo mica mancare anche in chiesa.
Avrei voluto eh, che a parte la mia avversione per la religione e l'indifferenza verso una persona mai vista e conosciuta, il prete ha fatto durare la funzione un'ora infarcendola anche di vari pipponi, tra cui uno bello pesante riguardo al battesimo.
Certo, siamo ad un funerale, è normale parlare di battesimo e rompere i coglioni perché quasi nessuno si ricorda il giorno in cui è stato battezzato, no?
Non so se sia un caso, ma come sono uscita dalla chiesa mi è venuto mal di testa, e ancora non passa.
E solo adesso mi sono ricordata che dopo la chiesa volevo passare dal dentista per chiudere la questione di lunedì e non l'ho fatto, ora mi tocca rimandare tutto a lunedì prossimo che ad uscir di nuovo non ci penso proprio, sono troppo stanca e sofferente.
Che palle.

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