giovedì 24 luglio 2025

 Ormai è guerra (fredda) tra quello di sotto e gli Australopitechi, stanco di vedere il loro secchio dell'indifferenziata stazionare da giorni nel pianerottolo, perché evidentemente i loro pollici opponibili non sono adatti a riportarlo in casa dopo averlo messo fuori per la raccolta, il tipo lo ha rimesso per strada, forse coltivando la pia speranza che così facendo magari torni magicamente da dove è venuto.
Ovviamente colcazzo, il secchio sta lì da giorni senza che nessuno se ne curi, e visto che non c'è mai limite al peggio, gli Australopitechi hanno ben pensato di lasciare in strada anche il loro secchio dell'umido, tra l'altro pieno di vermi, aumentando così il numero di secchi in mezzo alle palle e il fastidio in noi condomini.
Ora non resta che la raccolta della carta per fare enplein, diobestia.
Nel frattempo io calo santi e mi chiedo: ma come cribbio si fa a lasciare in strada i secchi per giorni e giorni senza farsi venire la minima remora? Come?
Neanche a dire che si trovano su un marciapiede o in giardino, sono proprio in strada, ma vi sembra una cosa normale?
Ma io boh.
Che poi, io non so come facciano, ma producono una mole di spazzatura che è il quadruplo della nostra, e sono solo in due come noi, senza neanche animali domestici.
Mah, misteri della fede.
Di sicuro non andrò a chiederglielo, che m'importa 'na sega, ma insomma, il dubbio sorge spontaneo ogni volta che vedo la montagna di monnezza nel loro balcone e fuori in strada, capitemi.
In tutto questo, io spero sempre che gli operatori ecologici portino via i secchi insieme alla spazzatura, così da chiudere questa faccenda nel migliore nei modi e poter pensare poi a faccende ben più gravi e interessanti.
Tanto per dirne una, la comparsa misteriosa di un carrello del Lidl nel pianerottolo, perché i secchi non ci abbastavano, no, non ci abbastavano, e ora sono aperte le scommesse su chi possa essere stato a portarlo: gli Australopitechi sono quotati a 1,01, quelli di sopra a 2,70, e quelli di sotto a 10.
Noi siamo fuori gara, che non siamo stati di sicuro.
Si dia inizio ai giochi.
Per la serie "piccole grandi gioie del lavoro", il responsabile mi accolla sempre qualcosa di nuovo da fare quando non può rompermi il cazzo per le ragnatele, e l'ultima incombenza impartita è stata quella di mettere un disincrostante nelle tazze dei bagni perché, a detta sua, c'era un po' di nero.
A detta mia invece, MA CHE CAZZO STAI A DI', che i miei bagni sono splendidi splendenti e talmente puliti che ci puoi mangiare sopra, e già stavo per digievolvere in distruttrice di mondi e rispondergli in malo modo, quando poi il tipo si è corretto e si è spiegato meglio chiarendo che il punto da pulire era solo uno, ovvero dietro a una tazza dove c'è una perdita sempiterna che effettivamente ha annerito un po' le mattonelle, e la situazione si è tranquillizzata.
Certo, dover usare l'acido tamponato per eliminare l'incrostazione non è che mi abbia reso poi così tanto felice, visto che IN TEORIA io non dovrei usare determinate sostanze, però vabbè, alla fine ho fatto il mio dovere, l'acido ha fatto il suo, e siamo tutti più felici e contenti.
In teoria, perché in pratica ieri ho trovato quello stesso bagno chiuso a chiave, all'improvviso senza preavviso, e il responsabile ha liquidato tutta la faccenda con un veloce: qualcuno lo aprirà, prima di correre appresso alle gonnelle della collega junior, che lo tiene per le palle (in tutti i sensi possibili e immaginabili).
Ora, non vorrei dire niente, ma chi dovrebbe occuparsi di riaprire quel bagno è proprio il mio responsabile, ma vabbè, lasciamo perdere.
Tra l'altro, la porta è chiusa ma le finestre sono aperte, e non oso pensare a cosa troverò in quel bagno quando finalmente sarà sbloccata, dato il vento che qui non manca mai, i giardinieri che stanno tagliando l'erba, e la pioggia che ci sta deliziando con la sua presenza in questi giorni.
Ma soprattutto, la porta sarà sbloccata prima o poi?
Ai posteri l'ardua sentenza.

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