giovedì 30 maggio 2024

 Il giorno del saggio di ginnastica artistica di Memina alla fine è giunto, con il suo bel carico di ansia e preoccupazione perpetui, che non c'è stato verso di placare fino all'ultimo.
Sarà forse per il periodo particolarmente stressante che sto passando, che ne so, fatto sta che mi sono arrovellata per settimane sul modo di andarci, che di guidare a notte fonda una macchina instabile non mi arrideva affatto, come neanche l'opzione di farmi riaccompagnare da Peterpan, costringendolo a fare avanti e indietro a sfavore delle ore di sonno.
Per giorni e giorni sono stata col dubbio se andare con la mia macchina o con i mezzi, o peggio ancora, non andare proprio, fin proprio all'ultimo momento, quando poi mi son detta: ma sì, cribbio, prendiamo la macchina e via, sfidiamo la sorte (e il sonno per il rientro), e sono partita piena di belle speranze e un pizzico di incoscienza.
Che però m'ha detto culo, la macchina mi si è fermata solo una volta senza nessuna conseguenza malevola, il viaggio è filato liscio come l'olio a parte il caldo atroce, reso ancora più insopportabile dal mio abbigliamento poco estivo in previsione del freddo che avrebbe fatto la sera.
E non ho sbagliato, avere un vestitino a manica lunga e le scarpe chiuse mi ha salvato dalla frescura tardo pomeridiana e dal gelo notturno, il sacrificio durante il viaggio non è stato vano.
Diciamo pure che c'è stato di peggio ad indispormi, ovvero mamma Samara, che mi stava aspettando con Memina in casa mentre Peterpan e la moglie erano a lavoro e Gnegno appresso alla madre.
Tranquilla che l'avrei trovata ad aspettarmi a casa di mio fratello, dopo aver parcheggiato mi dirigo serena verso l'abitazione e suono il citofono.
Niente.
Riprovo, e tutto tace.
Telefono a mamma Samara, ma nessuna risposta.
E qui una buona bestemmia.
Chiamo Peterpan per sapere se avesse aggiornamenti, che magari nonna e nipote se ne sono andate a spasso mentre mi aspettavano, ma niente, neanche lui sapeva che fine avessero fatto.
Però mi ha aperto i cancelli del palazzo da remoto, almeno avrei potuto smadonnare all'ombra invece che sotto il sole cocente.
Arrivo al piano e suono alla porta, ma nessuno risponde, e il cane non abbaia.
Vuoi vedere che nonna e nipote sono scese a portarlo a spasso?
Mi pare strano, ma tutto può essere a questo punto.
Mi siedo sulle scale del pianerottolo come una barbona e comincio ad alternare bestemmie, telefonate a mamma Samara e scampanellate alla porta, incazzandomi sempre di più ad ogni risposta mancata.
Ma dove cribbio è finita mia madre?
Dopo circa mezzora dal mio arrivo, finalmente mamma Samara mi risponde al telefono e dopo il mio sbrocco automatico, la porta di casa si apre e vengo accolta da madre, nipote e cane tutti tranquilli e sereni della merenda che stavano consumando.
E qui una buona bestemmia, ma anche due o tre.
Ovviamente il mio umore era tutto tranne che tranquillo e sereno e ho scatenato una bella guerra dei mondi, cui mamma Samara non ha dato peso da quanto era contenta di starsene con la nipotina adorata a riempirla di cibo, roba che sua madre si era raccomandata di farle mangiare la macedonia e la mia invece dava giù di pane e nutella (e qui una buona bestemmia di mia cognata, se fosse stata presente).
Comunque, fortunatamente nessuno degli scenari più funesti che mi erano venuti in mente si è verificato, quelle due erano talmente prese dalla merenda che non hanno minimamente sentito né citofono, né campanello e né telefono, come neanche il cane, ipnotizzato dal cibo che si muoveva sopra la sua testa.
Ho tirato un sospiro di sollievo, ma mi ci sono incazzata lo stesso, come posso lasciare mia madre e andarmene a vivere altrove, tranquilla e serena, sapendo di cosa può essere capace?
Quello che è successo ieri mi ha davvero preoccupato, cribbio.
Eh vabbè, finita la sfuriata, abbiamo giocato un po' insieme finché non sono tornati tutti, dopodiché i genitori hanno accompagnato Memina a teatro ed è stato il turno di Gnegno di rimanere a giocare con noi, anche se in realtà avrebbe dovuto approfittare di quel tempo per fare la doccia.
Cosa che poi ha fatto, ma che fatica distoglierlo dal gioco per farlo lavare, non di meno poi respingere le sue richieste di avere il suo regalo di compleanno, che secondo la sua logica avrebbe dovuto avere subito visto che il suo compleanno era stato il giorno prima e mancavamo solo noi per completare la consegna dei doni.
Il suo assedio è stato implacabile, ma alla fine ho vinto io, l'ho fatto aspettare fin dopo cena e poi gli ho dato quello cui anelava, placando con gioia (nostra, soprattutto) i suoi assalti.
Felici e contenti e con la pancia piena, ci siamo diretti infine verso il teatro, abbiamo preso posto e ci siamo goduti lo spettacolo con grande gioia e tante lacrime.
La mia piccola Memina era deliziosa con i suoi costumini colorati, come l'ho vista sul palco muoversi ho cominciato a frignare come una mammoletta, commossa dalla sua esibizione.
E mi sento così orgogliosa di lei, che nonostante il suo carattere introverso abbia voluto partecipare al saggio, contrariamente a quanto si diceva appena iscritta alla disciplina, quando era ancora troppo timida e chiusa per poter affrontare la situazione.
Quante risate poi quando una bambina le ha messo la mano sulla testa per girarle intorno secondo coreografia, e lei se la guardava con la sua solita faccia ingrugnata da fastidio immane.
Tutta sua zia, non c'è che dire, e non smetterò mai dirlo (e di apprezzarlo).
Ma la cosa più bella di tutte è stata vederla felice e contenta di essersi esibita, e di saperla divertita dall'esperienza, che solo quello conta.
Purtroppo da zia di merda quale sono, non sono stata capace di fare un video decente delle sue esibizioni, ci ho provato e riprovato, ma non c'è stato verso, e di questo chiedo umilmente perdono.
Mamma Samara invece si rammarica di altro, aveva comprato un bel bouquet di fiori per la piccola artista, ma l'uragano Gnegno non ha voluto aspettare che fossimo tutti insieme per darglielo e così Memina non saprà mai che quei fiori erano un regalo da parte della nonna, e non del fratello.
Ma alla fine va bene così, l'importante è che si sia sentita felice e apprezzata.
Abbiamo passato veramente una bellissima serata, sono grata di non aver ceduto all'ansia e di essere stata presente in un momento importante per la mia piccola Memi, non me lo sarei mai perdonato altrimenti.
Anche zia sta facendo passi avanti come te, cara nipote, e nessuno ci fermerà mai, ne sono certa.

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