Sono positiva cazzo.
Quando ho letto l'esito del tampone mi veniva da piangere, sono stata diligente per due anni tra vaccini, mascherine, gel disinfettante e isolamento sociale (che non mi è pesato poi così tanto) per poi annullare tutto il mio impegno con tre miseri giorni di lavoro.
Quello che ho guadagnato lo spenderò tutto a tamponi diocane.
E niente, non posso più vantarmi di essere l'unica non contagiata.
lunedì 28 febbraio 2022
Ages of delirium
mercoledì 23 febbraio 2022
Rasiglia, la venezia umbra
Tra due giorni riprendo a lavorare e sapendo bene la clausura che mi aspetta fino alla fine della stagione ho approfittato delle ultime ore di libertà per fare una gitarella fuori porta insieme al marinaio. Oggi siamo andati a Rasiglia, un piccolo borgo umbro chiamato pretenziosamente "piccola venezia" per la presenza di ruscelli e corsi d'acqua che attraversano una parte del paese. Arrivarci non è stata proprio una passeggiata, chilometri e chilometri fra campi coltivati in mezzo al nulla ci hanno fatto venire più volte il dubbio di aver sbagliato strada, ma alla fine abbiamo conquistato la meta senza nessun problema. Il borgo ci è piaciuto molto, pittoresco e curato, mentre invece non abbiamo gradito "l'inospitabilità": i mulini erano chiusi, l'ex lanificio e l'opificio chiusi, i bar chiusi, le botteghe di souvenir chiuse e persino il tabacchi chiuso. L'unica cosa tipica che ho potuto comprare è stato del cioccolato nel museo del cioccolato (che pure qui aggiungerei un pretenzioso alla parola museo ma vabbè, apprezziamo il fatto che almeno quello era aperto), un vero peccato. Grande ringraziamento invece per i bagni pubblici, un po' fuori mano ma di enorme aiuto. Girare il borgo ci ha portato via poco tempo e così nel pomeriggio ci siamo allungati verso le sorgenti del Clitunno giusto per un'occhiata effimera prima di tornare a casa stanchi ma appagati dalla bella giornata passata insieme. Diciamo che adesso sono quasi pronta per affrontare la nuova stagione. Quasi.
lunedì 14 febbraio 2022
Non ci pensi più
Pomeriggio pigro, il tempo non promette bene e il richiamo del lettone si fa piuttosto invitante. Il palinsesto in tv un po' meno, scegliamo un film a caso dall'on demand ma dopo dieci minuti di cagata pazzesca decidiamo di pensare ad altro. Il film finisce e riprende la programmazione del palinsesto, va in onda un film straniero, un po' strano, che mi incuriosisce. Il marinaio protesta per la mia attenzione che si sposta verso lo schermo ma c'è poco da fare, ormai è ora di merenda e finiamo di vedere quel film insieme mentre pasteggiamo. Il protagonista ha un certo non so che, mi ricorda qualcosa, daje e daje a furia di arrovellarmi riconosco il tipo come il protagonista della vecchia telenovela con cui rompo l'anima sia al marinaio che a mamma samara da circa due anni costringendoli alla visione coatta durante i pranzi estivi. La telenovela in sé non era per niente favolosa, anzi, ma negli anni 80 credo abbia avuto un grande successo. E mi son stupita che un attore all'epoca molto mediocre e non così bello come lo si spacciava abbia avuto una lunga carriera, credevo avesse finito con quella telenovela... e invece. Comunque, il film è alla fine, c'è l'ultima scena con gli ultimi dialoghi che spiegano tutto e siamo lì, presi e attenti a capire finalmente il PERCHE' di tutto quanto e a dare un senso all'ultima ora incollati allo schermo quando squilla il mio telefono. La tentazione di non rispondere è tanta, ma sta chiamando mamma samara ed è meglio non farla incazzare. Neanche a dirlo, mi tiene al telefono giusto il tempo di arrivare ai titoli di coda, il film finisce e il marinaio mi guarda con la tipica espressione attenta e concentrata di chi non c'ha capito un cazzo. E io lo guardo con gli stessi occhi. Il senso di smarrimento gli passa subito però, l'interesse per il film è troppo effimero per lui, e si dedica ad altro. A me no, a me non passa, rosico talmente tanto che non ho neanche voglia di scaricarlo e di vederlo di nuovo, tenendomi questo tarlo a rodermi la mente per chissà quanti giorni, mesi, anni. A cominciare da domani, stasera pizza.
lunedì 7 febbraio 2022
L'anello del potere
Ieri ero ancora sconvolta da quello che ho fatto sabato e così il marinaio ha voluto farmi svagare portandomi ovunque io volessi. E io ho scelto di andare a comprare pietre. Erano giorni che volevo un anello con pietra di luna, meglio comprarlo dal vivo sul banco di un mercatino che on line, c'è più gusto no? Ma non ho beneficiato solo io della gitarella, anche il marinaio ha avuto il suo premio, una piccola drusa di ametista.
Per un po' non ho pensato alle mie angosce e mi sono rasserenata lievemente, poi all'ora di pranzo quando si è trattato di scegliere dove mangiare sono crollata. Il marinaio insisteva a far scegliere me, me che già normalmente faccio fatica a prendere posizioni, figuriamoci decidere dove mangiare in condizioni di instabilità emotiva. Ho provato (senza successo) a spiegargli che non riuscivo proprio a decidere, che ero stravolta e non ero in grado, ma niente. La sua poca empatia era già finita. Mentre sbraitava sono riuscita a stento a trattenermi dal piangere, ma forse ho sbagliato, forse sarebbe stato meglio tirare fuori tutte le emozioni invece che reprimerle. Comunque alla fine ci siamo fermati in una panineria scelta da lui non senza una buona dose di scazzo e malumore. E recriminazioni per come affronto le cose, ovviamente.
E vabbè, passerà anche questa.
E non voglio lasciargli la drusa, non se la merita. La voglio tutta per me.
sabato 5 febbraio 2022
Che vitaccia
Ho fatto una cosa brutta, ma brutta brutta brutta.
Come la famosa eruzione vesuviana di secoli fa, la mia rabbia è esplosa mietendo vittime. E ora mi sento uno schifo.
Ho sbagliato e non posso né porvi rimedio e né dimenticarlo.
Un anno di psicoterapia buttato nel cesso porcazzozza, devo ricominciare tutto da capo.
Evvai.
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