Piano piano mi sto avviando verso il viale della guarigione, il dolore di schiena e gambe sta lentamente scemando e adesso riesco a muovermi senza urlare disperatamente, ma solo calando qualche santo.
Passo ancora la maggior parte della giornata sul divano o sul letto, ma almeno ci arrivo da sola e riesco anche a fare le scale, punto per me.
Ora che il peggio è passato, posso dire con sincerità di aver avuto paura che la mia incapacità di muovermi fosse stata causata dalla sclerosi multipla e di aver benedetto in quel momento il fatto di non aver avuto figli, evitando così di trasmetter loro la malattia.
Con molta difficoltà ho anche cominciato a fare qualche esercizio di ginnastica posturale in casa, con benefici immediati tra l'altro, ma conoscendomi sono sicura che il mio impegno non sarà a lungo termine, quindi finché dura fa verdura.
In teoria dovrei anche portare una fascia lombare, ma il suo prezzo non mi convince molto e sto ancora ponderando il suo acquisto, se mai sarà.
Che brutta persona che sono.
Ma non quanto quel decerebrato che mi ha insultato perché sui social ho scritto un elogio per gli infermieri, ringraziandoli per tutto il culo che si stanno facendo negli ospedali e mandando a cagare i negazionisti, essendo lui evidentemente parte della categoria citata (la seconda, non la prima).
Che poi, ha cercato pure di fare il simpatico, chiedendomi se fossi finita in ospedale per colpa del vaccino... ma vaffancuore va, tu e il tuo cervello sottosviluppato.
Non gli ho augurato di finire in ospedale perché il male non si augura a nessuno, anche se meritato, ma non gli nuocerebbe affatto un bel ricovero per rendersi conto della realtà dei fatti, ben lontana dai suoi complotti immaginari documentati sui social.
Ma non gliel'ho detto, ho chiuso la questione velocemente con un bel blocca utente e via, che non vale la pena di sprecare tempo con tipi del genere, che a lavare la testa all'asino si perde acqua e sapone.
Meglio bearmi nei miei piccoli progressi quotidiani, che presto tornerò a correre con le mie gambe senza alcun dolore.
Correre è una chiacchiera, ma vabbè, ci siamo capiti, no?
lunedì 16 novembre 2020
venerdì 13 novembre 2020
Rock 'n' roll star
Ieri son stata male, ma di brutto brutto brutto.
Talmente brutto che sono finita al pronto soccorso, e anche se per miracolo ne sono uscita sulle mie gambe (poi capirete il perché della mia battutaccia), ad oggi mi trovo ancora agonizzante come ieri, che la guarigione non sarà immediata.
Tutto è cominciato per caso dopo pranzo, ero seduta davanti al mio polmone artificiale e ad un certo punto ho sentito le gambe formicolare, allora mi sono alzata e ho pensato bene di scendere al piano di sotto per riattivare la circolazione.
Solo che il formicolio mica è passato, ma anzi, è diventato piuttosto dolore ad ogni passo.
Arrivata giù, ho provato a risalire le scale senza successo, bloccandomi a metà mentre piangevo per i dolori atroci che sentivo sulle gambe che non riuscivo a muovere.
Disperata ho chiamato mamma Samara per aiutarmi a scendere di nuovo ed arrivare sul divano per distendermi, sperando che mi avrebbe fatto stare meglio, ma colcazzo.
I dolori erano talmente forti ormai che non riuscivo quasi a parlare, mamma Samara in preda al panico ha chiesto aiuto alla badante di Generalenonna che, fortunatamente, era ancora in casa e insieme hanno chiamato mia zia per avere un aiuto.
Zia è corsa subito, ma si è portata appresso la figlia Malmostosa con Pinpin, mossa alquanto inutile, ma vabbè, apprezziamo la solerzia, almeno mamma Samara non si è ritrovata sola ad affrontare la questione.
Dato che il mio medico non era fisicamente raggiungibile visto l'enorme lontananza del suo studio da casa mia e appurato che nessuno sapeva che fare per darmi sollievo, non ci è rimasto altro che chiamare l'ambulanza, anche se non avrei voluto.
E mentre mi facevo aiutare dalla badante a raggiungere il bagno per fare l'ultima pipì prima che arrivasse l'ambulanza, piangevo più per la mia condizione di inferma bisognosa di cure, quando poi sarei dovuta essere io quella sana, bastone della vecchiaia di mamma Samara.
L'ambulanza ovviamente ci ha messo parecchio ad arrivare, sbagliando anche strada (no comment), roba che ne sentivamo la sirena che gironzolava nelle vie adiacenti cercando di azzeccare quella giusta.
Eppure mica è difficile, eh, ma vabbè.
Ovviamente a bordo dell'ambulanza non c'era nessun medico (che te lo dico a fare), gli infermieri mi hanno guardato e mi hanno consigliato il ricovero approfittando di un momento, quello, in cui l'ospedale era relativamente tranquillo.
Tranquillo un par de cazzi, che ne sono uscita a mezzanotte, ma vabbè.
Arrivati in ospedale mi hanno parcheggiata su una sedia a rotelle attaccata a una flebo (me, non la sedia a rotelle), in attesa di potermi visitare, non senza un pizzico di vergogna per lo stato pietoso della mia mise, ovvero tuta da casa piena di peli dei cani, pedalini rosa con la pelliccia e crocs, che presa dai dolori lancinanti che mi squarciavano le viscere, non ho pensato a cambiare.
Meravigliosa.
Quando finalmente l'antidolorifico, o non so che altro mi abbiano iniettato in vena, ha fatto effetto e i miei spasmi dolorosi sono rallentati, mi hanno fatto una lastra e parcheggiata di nuovo in mezzo al corridoio in attesa dei risultati e di un ortopedico che potesse leggerli e visitarmi.
Nel frattempo è stato divertentissimo provare a fare pipì muovendomi con la sedia a rotelle e cercando di incastrarmi nel bagnetto (che tra l'altro neanche si chiudeva a chiave) senza cadere o sporcarmi, tutta da sola, che di infermieri ce n'erano pochi e quei pochi erano tutti schizzati.
Poi vabbè, ma ti pare che non potevo farcela da sola ad andare in bagno?
Piuttosto la morte.
Il bello poi è arrivato quando dopo ore l'ortopedico si è degnato di visitarmi e mi ha cazziato perché ho sbagliato a farmi portare in ospedale, che dovevo andare dal mio medico a detta sua.
A detta mia, gli ho risposto male, eccheccazzo, come sarei dovuta andarci dal mio medico? Strisciando?
Veramente mi ha anche preso per culo per i miei pedalini rosa con la pelliccia, che neanche sua nonna ce li ha, ma soprassediamo.
Comunque, il suo verdetto è stato: lombosciatalgia, curabile in una settimana di punture di antidolorifici e miorilassanti, la prima delle quali me l'hanno fatta proprio in ospedale costringendomi a denudare le chiappe con somma vergogna, come se già non mi fosse bastata quella per i miei vestiti (e pedalini).
Fortunatamente all'uscita dal pronto soccorso c'erano i miei zii ad attendermi nonostante l'ora tarda, e non so come avrei fatto senza di loro, mentre a casa c'era la cena (ormai fredda) sul tavolo, che non ho esitato a divorare come se non ci fosse un domani, che la lombosciatalgia è brutta brutta brutta, ma la fame ancora di più.
E adesso sono qui, sempre immobilizzata dai dolori in attesa che la terapia faccia finalmente effetto, ma viva e vegeta nonostante la brutta esperienza appena fatta.
E se sono ancora viva e posso scrivere, lo devo alla mia famiglia che mi ha aiutato e alla badante di Generalenonna che, nonostante le guerre dei mondi continue con mamma Samara, ieri ha accantonato ogni dissapore e ci è stata vicino.
Un ringraziamento speciale va anche agli infermieri dell'ospedale, che sebbene la struttura e l'organizzazione lascino alquanto a desiderare, continuano a fare il loro lavoro nonostante i turni massacranti e i disagi di questa pandemia che non c'è verso finisca.
Pandemia che non è solo nel nostro immaginario come affermano i negazionisti, ma che è ben presente nella realtà, tra il reparto covid blindato e le chiacchiere con un infermiere gnam gnam -che mi sarebbe piaciuto insidiare in un qualsiasi altro momento della mia vita in cui non fossi stata un cesso a pedali- ho potuto rendermi conto di tutto quello che c'è dietro le notizie che ci arrivano dai vari tg e media, toccando con mano una realtà che finora non mi aveva mai sfiorato neanche lontanamente.
Sarebbe stato meglio continuare ad ignorare eh, che una visita al pronto soccorso non la auguro a nessuno, ma ringrazio il cielo che almeno posso raccontarla.
Ora scusatemi, ma devo spostarmi sul divano per svaccare in compagnia delle mie dolci bestie di satana fino alla prossima puntura, che la forza di resistere al dolore sia con me.
lunedì 2 novembre 2020
Davvero incantevole
Io lo sapevo che me dovevo fa' li cazzi mia, diobestia.
L'altra settimana ho avuto un'altra delle mie idee astruse, una di quelle che non dovrei prendere minimamente in considerazione, ma che invece masochisticamente rendo reali.
Insomma, l'altra sera ero in gelateria con Hartman e durante le solite chiacchiere fra donne che ci scappano mentre siamo in chiusura, il discorso va a finire sul Pavone, il mio trombamico storico, con cui non avevo più alcun rapporto da svariati anni (sia sessuale che epistolare), cancellato poi definitivamente da fb e dal cellulare circa un anno fa (mese più, mese meno) dopo una delle tante sfuriate di gelosia del marinaio.
Al che la domanda sorge spontanea: dopotutto, perché no?
Perché non farmi sbatacchiare di nuovo come ai bei vecchi tempi?
Il marinaio ormai se ne sta bene a fanculo dove sta e i miei ormoni di certo non schiferebbero una bella strapazzata, quasi quasi gli scrivo.
Così ho fatto, e me so' fatta li cazzi mia.
Che poi, dal principio sembrava andare alla grande, proprio come auspicato, chi avrebbe mai sospettato la discesa verso il baratro date le premesse più che positive?
Ma andiamo con ordine: all'inizio tutto bene, il Pavone ha risposto subito al mio messaggio e ci siamo aggiornati sui nostri ultimi trascorsi, anche se poi lui era abbastanza ferrato su di me visto che non ha mai smesso di leggere il mio blog.
Poi ci siamo accordati per mangiare insieme al sushi, e udite udite, quel giorno ha pure pagato il conto.
Lui, che a tirchieria è secondo solo a Scrooge, ha voluto offrire galantemente il pranzo.
Stocazzo.
A detta sua, solo per farsi perdonare di essere sparito tanti anni fa in seguito a un suo rosicamento, in realtà per mandare la palla in buca, ma non è certo da biasimare, dato che avevo il medesimo obiettivo.
Ovviamente ci ho messo del mio, non me ne sono mica stata ferma a subire passivamente la sua presenza, avevo un bel vestito succinto e l'ho stuzzicato per tutto il tempo, divertendomi ad osservare le sue reazioni che non sono cambiate con il passare degli anni.
Poi vabbè, stufa di aspettare che si muovesse, dopo aver chiacchierato per tutto il tempo, alla fine mentre ci stavamo salutando, l'ho baciato.
Ed ecco la prima stonatura, la cosa lo ha leggermente indisposto, che secondo lui sono stata impaziente.
Ma impaziente COSA, diobono, che ci conosciamo da vent'anni e ne abbiamo fatte di cotte e di crude in gioventù?
E soprattutto, mica ci stiamo corteggiando per una futura storia d'amore, cribbio.
Vabbè.
Detto questo, avendo entrambi la domenica libera, mi ha invitato a casa sua per una cenetta ROMANTICA.
Lui e il romanticismo sono sempre state due rette parallele che non si incontreranno mai, ma magari fosse fosse che qualcosa è cambiato durante tutti questi anni di lontananza?
Leggete e lo saprete.
Comunque NO.
Durante le chiacchiere che farcivano l'invito, il Pavone si è vantato di come fosse stato galantuomo con le sue ex, che le andava a prendere a casa loro e le portava nella sua, senza mai lamentarsene.
Buon per te e buon per loro, che te devo di'?
Per me non è valsa la stessa storia, io sarei dovuta andare da sola da lui, anche se non mi ricordavo affatto dove abitasse, essendoci stata giusto una volta svariati anni fa.
Allora mi sono girati i coglioni, e ho chiuso la questione.
Eccheccazzo, le altre trattate da principesse e io no?
Ma non te penso proprio, cena annullata e big ciaone.
Però, FORSE il ricordo delle capriole che facevamo un tempo lo ha fatto leggermente riflettere e il giorno dopo ha aggiustato il tiro, mi ha concesso di venirmi a prendere a metà strada così da farmi vedere bene dove abita ed insegnarmi come raggiungerlo.
La cosa non è che mi sia piaciuta molto, ma ormai ero in ballo ed ho deciso di ballare.
E me so' fatta li cazzi mia.
Ieri mattina ci siamo sentiti per accordarci meglio e fra una chiacchiera e l'altra mi avverte che stava andando a fare la spesa, al che gli ho chiesto in cosa consistesse il menù e gli ho ricordato che non posso mangiare alcune cose, fatto che IN TEORIA ben sapeva, e mi ha risposto di non preoccuparmi.
Vabbè, non mi preoccupo, mi fido eh?
Allora per non presentarmi a mani vuote e per ricambiare la sua presunta premura, ho cucinato dei biscotti da poter mangiare come dolcetto per la serata, poi mi sono preparata e sono andata all'appuntamento piena di belle speranze.
Belle speranze poi drasticamente deluse, non racconterò quello che è successo nel pomeriggio perché non è carino nei suoi confronti, ma vi basti sapere che non è rimasto neanche un briciolo dei fasti cui ero abituata anni fa, tanto che ad un certo punto ho usato la mia solita scusa di dover fare pipì e mi sono chiusa in bagno disperata come Magda, con la differenza che io ripetevo di voler andare a casa e maledicendo il fatto di non essere arrivata fin lì con la mia macchina.
Insoddisfatta del pomeriggio, ho sperato che la serata almeno si riprendesse con la cena, ma non c'è stato verso neanche in quel senso (e qui una buona bestemmia).
Che poi avrei voluto girare per casa in sottoveste e magari cucinare insieme e rendere più seducente l'operazione, con la pia speranza di risollevare le sorti di un pomeriggio disastroso, ma avevo troppo freddo per rimanere mezza nuda, al contrario di lui che aveva caldo e non vedeva il motivo di accendere i riscaldamenti (ma di cosa mi stupisco?), quindi rassegnata mi sono rivestita e big ciaone a tutti i miei propositi, pensiamo a mangiare che è meglio.
Il Pavone allora tutto tronfio si è posizionato in cucina, pronto a darmi sfoggio delle sue doti, per preparare un piatto che mi sarebbe piaciuto di sicuro, pasta con il salmone.
A piacermi mi piace, solo che la prima cosa che ha fatto è stata sminuzzare l'aglio e DIOBESTIA sei a cena con una ragazza che dovresti slinguazzare di continuo e sminuzzi con tanta cura qualcosa che ti procurerà una fiatella assurda?
Senza contare che gli ho sempre rimproverato il fatto che gli puzzasse l'alito di aglio ogni volta che ci siamo visti in passato, ma all'epoca non potevamo farci granché perché era la madre che cucinava e non si poteva fare altrimenti, quindi accettavo la questione rassegnata.
Ora però ha scelto di sua sponte di sminuzzare l'aglio, e porcodemonio, visto che non sei da solo almeno per una sera avresti potuto fare il sacrificio di mettere lo spicchio intero, che non sarebbe morto nessuno, eccheccazzo.
E invece no.
Poi è venuto il momento di mettere il pomodoro a pezzi, e io non posso mangiare il pomodoro a pezzi.
La cosa lo ha contrariato (A LUI), m mica è finita qui, nel sughetto ci ha aggiunto anche il philadelphia, e voglio dire, la mia intolleranza ai latticini non è mai stata un mistero o tantomeno una nuova scoperta come forse i pomodori che mi sono negati da pochi anni.
Eh vabbè, sempre più contrariato (LUI), ha dovuto preparare un padellino a parte per me con solo salmone e aglio (una goduria che non vi dico).
Ma non finisce qui, la pasta scelta era quella integrale, e mi dispiace dirlo, anche quella mi fa male, ma ovviamente non poteva saperlo non essendosene preoccupato minimamente, nonostante lo avessi avvertito che ho parecchie intolleranze.
Fortunatamente (o no, dipende dai punti di vista), gli era rimasto un pacco aperto da non so quanto di pasta normale e così la cena si è salvata, per modo di dire.
Certo, con settanta grammi di pasta ci si fa ben poco, ma lui era convinto che fosse la quantità perfetta quando l'ha pesata, quindi a posto così.
Fine della cena.
Nessun secondo, nessun contorno o frutta, niente di niente.
La fantomatica cena romantica era conclusa.
E però il tipo aveva ancora fame, MA DAI, chi se lo sarebbe mai aspettato?
Avevo fame anche io, ma non ho voluto nient'altro, per non rischiare ulteriori brutte sorprese, preferendo dar fondo ai miei biscotti, l'unica cosa soddisfacente di tutta la giornata.
A pancia piena (per modo di dire), ci siamo trasferiti sul divano a guardare big bang theory, in attesa che arrivasse l'ora di poter tornare finalmente a casa.
E mica è finita qui, una volta arrivati vicino la mia macchina, parcheggiata in una piazza a quell'ora deserta, il tipo è ripartito appena sono scesa dalla sua auto, non preoccupandosi neanche di aspettare che fossi salita sulla mia.
Serata decisamente da dimenticare, come anche la romantica cena, che di romantico non aveva proprio nulla, diobestia.
Mi dispiace, ma così proprio non va, e non per il disastro pomeridiano, che voglio dire, può capitare, ma proprio per la totale mancanza di interesse che permeava l'intera faccenda. Si vedeva lontano un miglio che non gliene fregava un beneamato cazzo di chi aveva di fronte, e cullarsi nei ricordi di quello che era stato e che, evidentemente, non potrà più essere, non è cosa che voglio.
Big ciaone trombamico, numero cancellato, torna nell'oblio da dove sei venuto.
Inconcepibile, i puzzle mi danno più soddisfazione.
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