mercoledì 30 aprile 2025

 Ne ho combinata un'altra delle mie, come anche mamma Samara del resto, che buon sangue non mente, dopotutto.
Ma cominciamo da mamma Samara, lunedì mattina ho avuto il primo sclero della giornata con lei perché voleva spedire a una sua amica delle lenzuola di lino e cotone nuove, mai usate, che avrebbe poi ricamato e venduto per un suo profitto personale (della sua amica, non di mamma Samara).
In teoria non ci sarebbe stato nulla di cui dissentire, le lenzuola erano le sue e aveva tutti i diritti di farci quello che voleva, quello che mi rodeva era la sua amica, con cui ho il dente avvelenato per alcuni episodi accaduti in passato, e per la fine che ha fatto: da donna libera e indipendente che era, è diventata la schiava di sorella, cognato e nipoti, rinchiusa nella loro piccola realtà calabrese, senza un lavoro, una vita propria e a volte neanche un cellulare, che il suo doveva darlo ai nipoti.
Per carità, è la vita che si è scelta quando vent'anni fa la sorella l'ha "costretta" ad andare a vivere con lei e lasciare la sua casa a Letamaios, che ha poi affittato per contribuire al ménage familiare, azzerando così la sua indipendenza e ogni possibilità di emanciparsi un giorno, quindi non posso metter bocca.
Però mi da un fastidio enorme questa sua situazione, e ogni volta che mamma Samara la nomina, mi sale il veleno.
Comunque, alla fine dopo una piccola guerra dei mondi, mamma Samara è partita alla volta della posta con il suo pacco in mano e l'ha spedito, tornando a casa vincitrice.
Quando una cosa le interessa veramente, come si muove da sola, eh.
Stavolta non mi ha detto "non sono capace, fallo tu", come suo solito, stavolta ha compiuto la sua impresa senza esitazione alcuna e senza aiuti di sorta, che non ha nemmeno voluto aspettare che mi preparassi per accompagnarla.
Non so se esserne orgogliosa o avvelenarmi per quelle volte che avrebbe potuto fare tutto da sola e invece è toccata a me la patata bollente, ma vabbè.
Al suo ritorno siamo andate in giro per negozi che voleva a tutti i costi comprarmi dei vestiti e passare in una farmacia dove era stata una sola volta, peccato che non si ricordasse dove fosse, costringendomi a seguirla allo sbaraglio che tanto lei era sicura di trovarla in qualche modo, affidandosi alla sua memoria che in questi casi fa decisamente cilecca, come ogni cazzo di volta del resto, che partire all'avventura ce l'ha sempre avuta come pessima abitudine.
E i santi calati sono stati tanti, sia per il ripetersi di uno schema che mi fa avvelenare, e sia perché durante la nostra camminata mamma Samara ha insistito per farmi provare un minimo di attrazione per i vestiti esposti nelle vetrine dei vari negozi, che piacciono a tutti tranne che a me, scatenando il suo dissenso, che non accetta il fatto che io abbia uno stile diverso dall'ordinario.
Ma tutto è bene quel che finisce bene, dopo aver miracolosamente trovato la farmacia che diceva lei ed aver evitato di entrare nei negozi di vestiti, ci siamo fermate a pranzo in un ristorante cinese, che tanto ci piace, e poi dritte a casa, stremate dai kilometri macinati, dalle nostre piccole guerre dei mondi e dal caldo imprevisto, perché non mi abbastava, no, non mi abbastava.
In un guizzo di masochismo, mentre mamma Samara si riposava sul divano, io ho preso tutti i suoi documenti e ho cominciato a sistemare le bollette delle varie case, quella di Generalenonna, quella del paesello, quelle di casa vecchia e di questa nuova, ammucchiate alla rinfusa, mettendo nel frattempo a caricare il mio cellulare sul mobiletto vicino al tavolo dove stavo operando, lasciando il tappo del connettore accanto al telefono, come faccio ogni volta.
E qui una piccola parentesi: da quando sono venuta a trovarla, ogni volta che mamma Samara vede il tappino nero del connettore prova a buttarlo, convinta che sia immondizia, ed ogni volta fermo il suo intento ribadendo la sua utilità, tra i suoi borbottii di dissenso.
Ora, mentre ero impegnata a sistemare e dividere i documenti, mamma Samara mi girava intorno per prendere le cartacce da buttare, e tra un foglio e un altro, ha fatto sparire anche il tappo del connettore, considerato immondizia perché fuori posto.
Io non me ne sono accorta subito, troppo presa a sistemare scartoffie per ben cinque ore (cinque ore, diobestia), e stavolta non sono riuscita a rimediare al suo operato, perdendo inesorabilmente il mio prezioso tappino, tra mille calate di santi, che ci stanno sempre bene, soprattutto perché poi mamma Samara ha completamente rimosso la sua azione, tanto era stata automatica, da non provare neanche un briciolo di rimorso per quello che ha fatto, come neanche proferire delle scuse. 
Che tanto non sarebbero mai arrivate, secondo lei la colpa è comunque mia che ho lasciato il tappino in giro creando disordine, quindi a posto così, big ciaone tappino mio, è stato bello finché è durato.
Da parte mia invece, ho ripreso la mia antica e reiterante abitudine di scordarmi il cibo sul fuoco, riuscendo l'altro giorno a bruciare il pranzo e una delle pentole nuove di mamma Samara.
Però non irrimediabilmente, con una passata energica di paglietta ho eliminato tutte le prove dalla pentola, poi ho aperto per ore le finestre e ho atteso il ritorno di mamma Samara come niente fosse, sperando di farla franca.
Ovviamente colcazzo, appena messo piede in casa, mamma Samara mi ha chiesto cosa avessi bruciato, e a niente sono valse le mie patetiche manovre di svagare e cambiare discorso, che la puzza di fumo si avvertiva anche nell'ascensore.
Come sia stato possibile lo ignoro, ma così è stato.
Poi basta, che non sono praticamente perfetta sotto ogni punto di vista, ma ci vado vicino.
Ci sarebbe tanto altro da dire, ma mi fermo qui che mi sono scocciata di scrivere, e poi il post è già troppo lungo così e non mi pare il caso di continuare.
Un'ultima cosa e poi smetto, oggi cade il secondo anniversario della morte di Generalenonna e avremmo tutti voluto andare al paesello per commemorarla, ma questo viaggio non s'ha da fare per i tanti impedimenti e imprevisti che non smettono di saltar fuori e quindi ciccia, non ci resta che ricordarla ognuno dalla propria casa, non potendo fare altrimenti.
Quest'anno è andata così, speriamo di recuperare nel prossimo.

mercoledì 9 aprile 2025

 Va ora in onda un altro episodio di "martirio e tormento d'amore", la nostra telenovela preferita, dopo mesi di assenza dai palinsesti per una giusta pausa.
Riassunto delle puntate precedenti: le tre Grazie hanno messo di nuovo in vendita casa di Generalenonna, cambiando agenzia, perché non avevano gradito quella scelta la prima volta.
E non a torto, questa nuova è riuscita in pochi giorni in quello in cui ha fallito la prima, ovvero trovare un compratore, peccato però che sia un po' truffaldina e che prema per fare le cose il meno legalmente possibile, prediligendo pagamenti in nero.
Ovviamente mamma Samara, spalleggiata da Peterpan, vuole solo pagamenti tracciati, mentre le altre due grazie se ne sbattono della legalità e sono d'accordo nei pagamenti a nero, pur di risparmiare qualche euro, con le conseguenze catastrofiche di una ennesima guerra dei mondi fra loro quando due settimane fa si è trattato di pagare l'APE.
Dopo giorni e giorni di liti e insulti, le due grazie minori alla fine hanno capitolato e si sono piegate al volere della grazia maggiore, rifiutandosi però di pagare il sovrapprezzo chiesto per l'emissione della fattura, pochi spiccioli in verità, generando malcontento in mamma Samara e Peterpan, che si sono accollati la spesa più grande.
Dal canto suo, mamma Samara ha insistito per essere lei a fare il bonifico, dalla sua casa nella capitale, togliendo lo scettro a zia che si era assunta l'incarico per forza di cose, abitando a Letamaios, avendo tempo libero e soprattutto, essendo interessata a far finire questa storia il prima possibile.
Come d'abitudine, mamma Samara vuole avere il controllo della situazione e fare tutto lei in teoria, e delegando le incombenze a noi figli in pratica, quindi ha insistito con le sorelle per fare il bonifico, dietro la scusa che altrimenti non avrebbe più avuto occasione di farsi dare l'IBAN dall'agenzia, e poi ha smollato la patata bollente a Peterpan, supremo maestro della procrastinazione, che ancora non ha versato i soldi.
E siamo arrivati alla puntata di oggi: dopo giorni passati a litigare fra loro per l'APE, alla fine zia mi ha telefonato per avere aiuto da me, non volendo sembrare troppo insistente con Peterpan, che in una settimana non è riuscito a trovare dieci secondi di tempo per fare il bonifico, nonostante abbia ricevuto i soldi delle zie immediatamente e sia stato sollecitato più volte a concludere la pratica.
E anche stavolta non ho potuto non dare ragione a zia, alla fine ha fatto quello che voleva mamma Samara e ha accettato il pagamento tracciato, se poi questo pagamento non viene fatto, ha tutti i motivi per lamentarsene, soprattutto perché poi l'agenzia rompe il cazzo a lei, mica a Peterpan.
 Dopo un'ora di telefonata, in cui ho raccolto gli sfoghi di zia su qualsiasi altra situazione pendente con sorella e nipote, le ho promesso che avrei parlato con la moglie di Peterpan, con la speranza che almeno lei riesca dove ognuno ha fallito finora, ovvero far smuovere le chiappe a mio fratello.
Dal canto suo, mia cognata ha svelato l'arcano motivo per cui Peterpan traccheggia, ovvero ha provato più volte a chiamare l'agenzia per farsi spiegare perché in fattura compaiono 15 euro di pagamento a buffo, e non ricevendo risposta, non ha voluto ancora fare il bonifico.
Ora, va bene tutto, ma diobestia stiamo parlando di 15 euro, non 15mila, impuntarsi per una sciocchezza simile mi sembra ridicolo, assolutamente ridicolo.
Poi vabbè, mia cognata ha continuato col perorare le cause di marito e suocera, che fanno bene a pretendere che tutto sia legale, e io le ho fatto notare che non è sbagliato, ma impuntarsi e voler comandare come sta facendo mamma Samara, dall'alto della sua carica di figlia maggiore e degna erede del caratteraccio di Generalenonna, senza scendere a compromessi, non è proprio così giusto.
Anche perché, per quei due spicci dell'APE sarebbe bastata una semplice ricevuta, risparmiandoci così guerre dei mondi, incombenze e malcontenti.
Fatto sta però, che la mia intercessione ha dato i suoi frutti e quel pomeriggio Peterpan ha finalmente fatto il bonifico, ponendo fine all'ennesimo scontro fra titani.
E c'è di più, senza essere a conoscenza della mia alleanza con zia, mamma Samara l'ha chiamata tutta tranquilla per farsi una chiacchierata, dopo aver sbollito l'incazzatura dei litigi avvenuti la settimana scorsa.
Approfittando del suo buon umore, zia le ha chiesto se poteva portare al paesello uno dei mobili che mi sarei dovuta accollare io, di cui ne avevamo già discusso nella nostra telefonata dandole il mio consenso, facendo fessa e contenta la sorella che non si è sentita scavalcata o defraudata, mantenendo così il suo buon umore.
Ovviamente, dopo la telefonata a zia, mamma Samara ha chiamato me per aggiornarmi sulla situazione, e io mi sono ben guardata dal raccontarle i retroscena, non tenendoci minimamente a rimanere invischiata in una guerra dei mondi con lei, specialmente adesso che si avvicina il giorno in cui scenderemo per stare insieme, ecco.
La mia alleanza con zia rimarrà un segreto, per il bene di tutti.
La puntata finisce qui, ma non la nostra telenovela preferita, di cui sono sicura avremo presto nuovi episodi, purtroppo.
Ma non pensiamoci, voglio godermi questa pace finché dura, che me la merito.
Comunque, abitare a seicento kilometri di distanza non è poi così male.
Tra l'altro, adesso il clima qui a Grande Inverno è diventato bipolare come il mio cane, domenica si schiattava di caldo, lunedì è tornato il freddo mentre ieri ha fatto sia freddo che caldo.
E io mi sto rompendo il cazzo, da giorni non faccio che togli sciarpa metti sciarpa, togli cappotto metti cappotto, e che palle.
Parlando di cose serie, alla fine ho sentito l'amico Gigante, confermando la sensazione che mi ha lasciato il mio sogno dell'altra notte: non gli è successo nulla di brutto, e infatti quando gli ho raccontato il motivo della mia preoccupazione si è grattato elegantemente i maroni, ma bene non sta, essendosi lasciato da poco con la fidanzata.
Povero amico mio, non gli riesce di trovar pace a questo mondo.
Neanche io veramente, Rey mi sta dando il tormento da tempo per essere portato a spasso e non c'è verso di farlo smettere, cribbio.
Basta scrivere, devo fare la pezzetta da piedi di sua maestà, adesso.
Evviva.

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